Come in Italia è cominciata la “fase due”, anche per l’affaire Pandemic Bond esiste una fase due o, meglio, un seguito..

PANDEMIC BOND FASE DUE

Se prima di passare alla cronaca volete capire meglio ciò che andrete a leggere, potete fare riferimento al precedente articolo del 21/03/2020 (PANDEMIC BOND E DINTORNI: FAKE?).

Il 6 di aprile doveva decidersi sull’esito dei bond legati alla pandemia, cioè gli investitori avrebbero saputo se avrebbero perso i propri soldi, tutti o solo una parte, oppure se avrebbero intascato le succulente cedole messe sul piatto dalla World Bank, la Banca Mondiale. Ma a chi spettava il compito di dichiarare se il dilagare del Corona Virus poteva definirsi pandemia o semplice malattia?

L’OMS, già l’11 marzo, per bocca del suo Presidente, Tedros Adhanom Ghebreyesus, aveva dichiarato lo stato di pandemia. Questo avrebbe potuto significare che gli investimenti dei Pandemic Bond si sarebbero trasformati in aiuti per i paesi più poveri, ma non sempre le favole, se trasposte nel mondo reale, hanno un lieto fine. La decisione su pandemia sì, pandemia no, la Word Bank l’aveva affidata a un’Azienda privata americana, la Air Worldwide, di Boston, che si occupa di statistica in diversi settori, tra cui quello assicurativo finanziario. La Air Worldwide, a più di un mese di distanza dalla dichiarazione dell’OMS, dichiara che “non ci sono i criteri” per assimilare l’infezione di Corona Virus a una pandemia. Tutto questo non è più rintracciabile sul sito dell’azienda americana, ma più d’uno, nel mondo della stampa del settore finanziario, aveva scritto di questa decisione. Il 14 aprile, Euromoney pubblica un articolo in merito, poi, il 19 aprile, Alessandro Plateroti, editorialista e vicedirettore de Il Sole 24 Ore, scrive un altrettanto interessante post su Facebook.

L’inattesa decisione avrà sicuramente fatto saltare qualche tappo di costoso spumante: per mesi, seppur nell’assoluto silenzio dei mezzi di informazione più popolari, qualcuno ha tremato, perché, chiamiamola come si vuole, la malattia stava dilagando a macchia d’olio senza distinzione di ceto e di nazionalità. Mentre il tempo scorreva, questi piccoli corpuscoli che ingranditi potrebbero apparire anche simpatici, continuavano a mietere vittime, dichiarate e non, morte di Corona Virus o con Corona Virus, ma anche in questo caso, “di” o “con”, si tratta sempre di vite umane, a prescindere anche dall’età. E tra migliaia di morti, per fortuna ora in calo, almeno in Italia, il tempo scorre e qualcosa cambia. Ma richiudere una bottiglia di spumante con il suo stesso tappo, non è così facile, forse è impossibile. La Air Worldwide rivede le sue previsioni e le dichiara sottostimate. Questo lo si può ancora vedere sul sito dell’azienda di Boston e si può leggere in un articolo sempre di Euromoney del 28 aprile… ma la partita non è ancora chiusa, nessuno ha ancora visto un Dollaro, né i poveri né i ricchi, perciò si dovranno attendere gli sviluppi: pandemia o non pandemia?

Terminata la cronaca e scusandomi per eventuali inesattezze, adesso si aprono degli scenari che non sono poi tanto fantasiosi e da romanziere quale qualcuno mi definisce. Già nel precedente articolo mi chiedevo chi pagherà le eventuali perdite, ma è ancora presto per dirlo perché, appunto, la partita è ancora aperta. Uno scenario invece a mio modesto parere molto plausibile è quello che sta mettendo in piedi il Presidente americano Donald Trump che, non dimentichiamolo, ha in David Malpass, l’attuale Presidente della World Bank, un fedele alleato. Premettendo che dalle ricerche effettuate, a oggi, non si trova traccia delle motivazioni per cui il predecessore di Malpass, Jim Yong Kim, abbia lasciato la presidenza con ben tre anni di anticipo, il 31 gennaio 2019, c’è da rilevare che le accuse rivolte al governo cinese da parte di Donald Trump, si stanno alzando di tono da qualche giorno a questa parte. Cominciate per così dire in sordina verso metà aprile, in quest’ultima settimana sembrano molto più minacciose. “Ci sono le prove”, urla il Presidente USA, e la cosa non può che rimandarci alla famosa “pistola fumante” dell’Iraq montata ad arte dall’amministrazione Bush e dal governo britannico guidato da Tony Blair. Insomma, ci sarebbero tutti gli ingredienti per una spy story, ma qui stiamo parlando di realtà, purtroppo. La Cina non è l’Iraq, nonostante la pandemia ha ancora tecnologia e ricchezza, gli USA sono sempre una potenza militare ed economica nonostante la crisi (che quel David Malpass non aveva previsto a pochi mesi dall’esplosione della “bolla immobiliare”) che comunque ha riversato sull’Europa che ancora ne sta pagando le conseguenze. Poi c’è la Russia di Putin, silenziosa, riservata, che non si fa sentire. Ma ci sono anche i militari della NATO sul territorio europeo, quelli arrivati per l’operazione, di routine, Defender 2020, che prevedeva l’arrivo di 20000 militari sul territorio europeo e che invece sono stati ridotti a 7000… che comunque non sono pochi. E poi c’è l’Europa, sempre più disgregata e litigiosa, che ha perso anche la Gran Bretagna… ma poi, Trump accusa la Cina di aver creato il virus in laboratorio e di averne perso il controllo, ma siamo proprio sicuri che la saggezza popolare non ci suggerisca la verità? Qualcuno ricorda il detto “la gallina che canta ha fatto l’uovo”? Si potrà controbattere che il prezzo lo sta pagando anche il popolo americano, ma ormai sappiamo che in certi casi esistono quelli che si chiamano, in gergo, “effetti collaterali”, spiacevoli, ma necessari. E, dal dopoguerra, ne abbiamo fatto le spese anche noi italiani.   

Scritto: Francesco Curreri

Verba volant, scripta manent I libri trasmettono il sapere, il sapere è la consapevolezza dell’essere.

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