Chi sono? Uno, nessuno, centomila.
Era il 1964 quando sono nato a Bologna in una classica famiglia italiana: mia madre casalinga, mio padre un poliziotto, fuori dall’ordinario, ma un poliziotto. Entrambi hanno fatto di tutto per trasmettere a me e alle mie sorelle valori come l’onestà, l’umiltà e la semplicità. Valori che insieme a mia moglie cerco di trasmettere a nostro figlio. Dei miei genitori ricordo in particolare una situazione di cui sono venuto a conoscenza solamente dopo anni: era il 1977 e anche a Bologna l’aria non era delle più leggere, soprattutto per chi apparteneva alle Forze dell’Ordine. Ci fu un periodo in cui mio padre dovette prendere determinate precauzioni, ma nessuno di noi figli ebbe mai la sensazione del rischio che correva. Sì, mia madre e mio padre mi hanno insegnato anche questo, che i figli devono essere protetti. Questo, oltre che farlo nei confronti di mio figlio, amo farlo, nel limite del possibile, anche verso le nuove generazioni. Attraverso la scrittura, il teatro e qualsiasi altro modo possibile cercherò di tenere sempre alta l’attenzione sulle ingiustizie del mondo e sulla cattiveria di pochi esseri umani, cercando, se non la verità, per lo meno qualcosa che gli si avvicini.

Chi sono? Uno, nessuno, centomila.
Era il 1964 quando sono nato a Bologna in una classica famiglia italiana: mia madre casalinga, mio padre un poliziotto, fuori dall’ordinario, ma un poliziotto. Entrambi hanno fatto di tutto per trasmettere a me e alle mie sorelle valori come l’onestà, l’umiltà e la semplicità. Valori che insieme a mia moglie cerco di trasmettere a nostro figlio. Dei miei genitori ricordo in particolare una situazione di cui sono venuto a conoscenza solamente dopo anni: era il 1977 e anche a Bologna l’aria non era delle più leggere, soprattutto per chi apparteneva alle Forze dell’Ordine. Ci fu un periodo in cui mio padre dovette prendere determinate precauzioni, ma nessuno di noi figli ebbe mai la sensazione del rischio che correva. Sì, mia madre e mio padre mi hanno insegnato anche questo, che i figli devono essere protetti. Questo, oltre che farlo nei confronti di mio figlio, amo farlo, nel limite del possibile, anche verso le nuove generazioni. Attraverso la scrittura, il teatro e qualsiasi altro modo possibile cercherò di tenere sempre alta l’attenzione sulle ingiustizie del mondo e sulla cattiveria di pochi esseri umani, cercando, se non la verità, per lo meno qualcosa che gli si avvicini.

Il percorso che mi ha portato alla scrittura parte dalla passione per la fotografia e, scatto dopo scatto, l’hobby diventa professione in ambito pubblicitario. Da cosa nasce cosa e redigendo diversi redazionali ho notato che quanto scrivevo aveva un senso… e non solo per me.
Mi sono divertito a scrivere dei racconti per ragazzi e nel 2006 esce Nove Racconti Per Grandi… Piccini, la mia prima pubblicazione venduta in oltre 1500 copie e l’intero incasso, più di 7500 Euro, è stato devoluto all’Associazione Italiana Assistenza Spastici (AIAS Bologna Onlus).
Ma avevo un sogno nel cassetto. Visto il discreto successo, volevo fare qualcosa di più importante: scrivere un romanzo… diventare scrittore. L’ho fatto, e ne è venuto fuori quello che oggi è Eroi Silenti. Nel 2011 ho avuto la fortuna di incontrare Cesarino Verlucca (vedi Priuli&Verlucca), un simpatico ragazzo di oltre ottant’anni… e non c’è ironia. Insomma, Verlucca legge la prima stesura e ne rimane entusiasta; mi definisce lo Stieg Larsson italiano, si propone come agente letterario e dopo solo sei mesi esce la prima versione del libro con un editore a distribuzione nazionale. Il romanzo ottiene il patrocinio morale dell’Associazione Emanuele Petri – Vittima del terrorismo ed è subito premiato dall’associazione culturale Accademia Res Aulica.

Con il progredire dei miei studi sulla strage di via Fani il romanzo esce nel tempo in altre due edizioni e avvio la collaborazione con l’Associazione Domenico Ricci (Domenico Ricci è l’Appuntato dei CC e autista dell’On. Aldo Moro caduto a Roma in via Mario Fani il 16 marzo 1978), di cui è presidente Giovanni Ricci, figlio di Domenico. Con Giovanni nasce una sincera amicizia e insieme creiamo il progetto Portatori Sani Di Memoria, iniziativa volta a portare a conoscenza dei giovani la storia più recente dell’Italia ed è presentato in diversi licei italiani e in una scuola media.
Nel 2015, su richiesta di Giovanni scrivo una sceneggiatura teatrale che racconta il caso Moro dalla sua ideazione al triste epilogo. C’era una volta… il caso Moro piace a diverse compagnie sia romane sia bolognesi, ma purtroppo non si riescono a reperire i fondi per portarla in scena e al momento giace in uno dei cassetti che prima o poi riaprirò.
Eh sì, di cassetti ne ho parecchi, ma non li lascio di certo chiusi. Oltre al cassetto di Eroi Silenti ce ne sono ben altri cinque… quasi sei; si tratta della serie Spaghetti al Persico & Delitti, racconti gialli che hanno per protagonisti i componenti di una famiglia di ristoratori del centro Italia e di cui sono già disponibili i primi due libri. Ma le sfide non finiscono… c’è anche odore di cinema. Qualcuno nell’ambiente ha letto i miei scritti trovandoli interessanti e idonei alla trasposizione in film o fiction, ma la pandemia ha toccato tutti e tutto e il mondo della televisione e del cinema non ne è stato esente, perciò vedrò che sorprese prospetterà il futuro.

L’Autore scrive il suo pensiero, il lettore lo sviluppa.

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